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venerdì 6 novembre 2015

IN EQUILIBRIO LUNGO IL CONFINE: viaggio in Thailandia parte 5

Mae Sot è situata a 5 km dal confine tailandese-birmano in cui il friendship bridge segna il passaggio ufficiale per giungere in Myanmar .

Questo è il motivo geografico per cui questa cittadina diviene quel luogo in cui tailandesi e birmani si trovano a condividere spazio, lavoro, tempo e quotidianità in modo “forzato”, certamente non per scelta ma per sopravvivenza– almeno per la maggior parte dei birmani.

La prima volta che ho messo piedi, occhi, cuore e pelle a Mae Sot, sono stata accompagnata proprio al ponte di confine. Alla vista del ponte e facendo riaffiorare quello che mi era stato detto riguardo il confine e la situazione complicata della popolazione birmana – di cui la maggioranza vive clandestinamente in suolo tailandese o confinata dietro il filo spinato dei campi profughi o ancora alle dipendenze di padroni sfruttatori - dentro me si sono scatenate un marasma di emozioni contrastanti e per non scordare quell’istante ho avuto la necessità di scrivere. Né è uscita una sorta di poesia che condivido volentieri.

Mae Sot – Friendship Bridge:
5 km di strade asfaltate a 3 corsie
dove sfrecciano tir sgangherati, moto ingolfate,
biciclette e moto-piedi di tailandesi, occidentali e birmani di tanaka coperti in volto...

Solo un semplice ponte,
solo un semplice fiume
a segnare il confine tra Birmania e Thailandia...

E pensare che da piccola credevo che
la linea rossa che divide gli stati nell'atlante geografico
esistessero davvero...

Solo un semplice ponte,
solo un semplice fiume...
eppure un triste ponte,
un triste fiume
a segnare quel confine che realmente c'è tra rifugiati-profughi birmani e tailandesi...

E lo chiamano ponte dell'amicizia...

Ma questo di Mae Sot è un mondo a parte
rispetto le radici che animano il suolo tailandese e di chi la abita...

Un triste ponte,
un triste fiume
che lascia scorrere nell'acqua fredda tra le sue sponde
gli invisibili contrasti tra birmani e tailandesi
in cui i primi sono gli sfruttati, i rifugiati, i senza permesso
e i secondi gli sfruttatori, i padroni di casa che "ospitano" i rifugiati senza permesso...

Eppure un semplice triste ponte,
un semplice triste fiume...

Ed è in questo atlante di anime che ogni istante viaggiano vite che esistono per tracciare vecchie e nuove rotte nella speranza di trovare il gusto della dignità e della libertà.

Buon viaggio e…alla prossima!

A cura di C.L.





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